about
BLACK SAND.
O dell’inverno generativo.
17 Dicembre 2010, Sidi Bouzid, Tunisia: Mohammed Buoazizi si dà fuoco davanti al palazzo del Governatorato.
Nel cuore dell' inverno nordafricano quella fiamma accende la "Primavera Araba". Immagini,, suoni, emozioni: un flusso inarrestabile di emissioni clandestine si propaga rapidamente attraverso l'etere e investe l'occidente come una tempesta di "sabbia nera". Ecco il magma indistinto di suoni, rumori, voci e pulsazioni da cui "Black Sand" trae anelito vitale.
Nel brano, le diverse fonti sonore utilizzate- chitarra, organo, field recordings- vengono isolate, destrutturate e alterate attraverso svariati trattamenti digitali (laptop) e analogici (tape delay) per evidenziarne, già nell'atto compositivo, la cangianza.
Alla sovrapposizione e alla conseguente ricomposizione in "insieme armonico naturale" si giunge grazie al lento fluire delle bobine.
Un procedimento invero non nuovo della sperimentazione musicale -si pensi all'isolazionismo sonoro, a Jenssen e alla scuola nordeuropea- ma che bene traduce il senso di fare musica elettronica: partire da una frammento sonoro per poi “perderlo" nel processo di manipolazione e nella sua organizzazione.
Un suono è una verità, più suoni sono più verità.
La stereofonia obbliga ad una decisione: cosa donare all'ascolto?
Nel rimescolare le polarità mediante l'utilizzo dei nastri magnetici, la scoperta inattesa di un "inverno sonoro" nascosto dentro gli 800 Hz:
“Black Sand" trova così, additivamente, la sua forma definitiva.
credits
from
Black Sand,
released June 15, 2013
First Prize in Experimental Music Category at PIARS Award 2012.
Organ, Guitar, Field recordings, Tape Echo, Noise performed by:
Attilio Novellino, Gabriele Panico, Saverio Rosi.
Produced for Discreetrecords by: Saverio Rosi.
Discreetrecords, 2021.
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